L'ambiente marino è soggetto a molteplici pressioni e impatti derivanti dalle attività umane, tanto in mare, quanto sulla terra ferma. Questo genere di attività ha provocato: inquinamento, danni ai fondali marini, sovrasfruttamento, perdita di biodiversità, diffusione di specie non autoctone, rifiuti marini, rumore sottomarino, riscaldamento degli oceani e acidificazione.
Per tutte queste ragioni L'UE ha adottato la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino nel 2008 con lo scopo di affrontare queste intricate sfide.
La scorsa settima, La Commissione europea ha pubblicato una tabella di marcia per la revisione della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (MSFD), con l’obbiettivo di analizzare ed esplorare tutte le opzioni di miglioramento e proporre possibili emendamenti per la modifica della direttiva stessa.
I principali obbiettivi della direttiva sono: mantenere ecosistemi marini sani, produttivi e resilienti, garantendo al contempo un uso più sostenibile delle risorse marine a beneficio delle generazioni attuali e future. Ai sensi di questa direttiva, i paesi dell'UE sono tenuti a sviluppare strategie marine al fine di raggiungere un "buono stato ecologico" e disporre di mari puliti, sani e produttivi. Tale obbiettivo avrebbe dovuto essere raggiunto già nel 2020.
La tabella di marcia è aperta ai diversi feedback del pubblico fino al 6 maggio 2021. Mentre la consultazione online di 12 settimane verrà lanciata nel secondo trimestre del 2021. In ultimo, la possibile revisione della MSFD è prevista entro la metà del 2023 e si baserà sulla relazione di attuazione adottata nel giugno 2020, la quale ha valutato e analizzato i principali risultati e le sfide del primo ciclo di implementazione. Questa revisione mira a proteggere in modo più efficace ed efficiente l'ambiente marino, consentendo un uso sostenibile dei mari e degli oceani dell'UE, in linea con l'agenda ambientale dell'Unione nell'ambito del Green Deal Europeo. La valutazione della Direttiva esaminerà in modo più approfondito come la MSFD si è comportata fino ad ora e analizzerà la rilevanza di questo strumento nel contesto del Green Deal, soprattutto in relazione alla nuova Strategia sulla biodiversità, al prossimo Piano d’azione per l’inquinamento zero, oltre che alla Strategia per l’adattamento al clima.
Sfide
Sono molteplici le sfide che l’iniziativa si propone di affrontare. Ad oggi, il rapporto sull’attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino identifica differenti priorità, oltre alle possibili aree di miglioramento.
Secondo quanto stabilito dalla MSFD, gli Stati membri avrebbero dovuto raggiungere un “Good Environmental Status” (GES) delle loro acque entro il 2020. Ad ogni modo, la Commissione europea ha sottolineato la complessità nel verificare se tale requisito sia stato soddisfatto o meno. Inoltre, sorge anche un secondo problema su tale fronte, quello legato al concetto di “buono stato ambientale”, in quanto molte delle definizioni donate dagli Stati membri spesso non sono sufficientemente adeguate a essere misurabili, oltre a non essere coerenti a livello regionale. Il processo di definizione di GES è piuttosto complesso, nonostante gli sforzi fatti finora per semplificarlo e armonizzarlo. Le attuali condizioni e il divario morfologico e sostanziale dello stesso concetto stanno ostacolando l’applicazione della direttiva. Inoltre, la moltitudine di misure intraprese dagli Stati membri non sempre sono sufficienti ad affrontare le pressioni e le problematiche marine, oltre ad essere inefficaci, a volte, nella mitigazione e prevenzione degli impatti da parte delle attività umane. Per tale ragione, potrebbe quindi essere necessario un maggiore coordinamento regionale per affrontare le questioni transfrontaliere.
Un ulteriore sfida è legata invece ad una questione temporale. Difatti, gli Stati membri sono sistematicamente in ritardo nelle loro relazioni, impedendo in tal modo alla Commissione di fornire analisi e raccomandazioni tempestive. Inoltre, le informazioni riportate dai Paesi non sono sempre comparabili, rendendo così difficile la comunicazione al pubblico dei risultati a livello europeo.
Nonostante la MSFD sia stata un’iniziativa per la politica dell’UE mirata ad affrontare il sistematico problema legato ai rifiuti marini, attraverso anche la direttiva sulla plastica monouso, attualmente permangono diverse lacune che impediscono l’implementazione di una migliore regolamentazione delle attività e delle crescenti pressioni sull’ambiente marino. I requisiti di sostenibilità (ora rafforzati dal Green Deal europeo, dalla Strategia per la biodiversità, dal prossimo Piano d'azione per l'inquinamento zero e dal Piano di recupero post-COVID 19 per l'Europa) non sono ancora pienamente integrati nelle attività economiche chiave, che influenzano gli ecosistemi marini, come: la pesca, l’acquacoltura, l’agricoltura, la navigazione, l’estrazione di petrolio e gas.
La revisione della direttiva MSFD potrebbe non solo facilitare la raccolta di dati, ad esempio sull’inquinamento in diverse zone o sugli impatti del cambiamento climatico, ma anche attingere ad altri programmi europei per implementare nuovi sistemi innovativi e digitalizzati per la protezione delle acque.
Obbiettivi
La Commissione europea valuterà in futuro diverse opzioni politiche, in grado di affrontare i problemi sopramenzionati della direttiva in questione. Tali alternative saranno, ad ogni modo, approfondite e perfezionate solo dopo i risultati scaturiti dalla valutazione d’impatto.
Ad oggi, il principale obbiettivo di questa iniziativa è quello di raggiungere un livello maggiore e più efficiente di protezione dell’ambiente marino, implementando misure adeguate per un approccio sostenibile dei mari e degli oceani dell'UE, in linea con l'agenda ambientale dell’Unione nel quadro del Green Deal europeo.
Il documento pubblicato dall’esecutivo europeo propone alcuni panorami possibili: dal mantenimento e continuazione della direttiva MSFD (senza alcun cambiamento), al rafforzamento dell’applicazione della stessa (senza cambiarne le disposizioni), fino alla sua completa abrogazione, con lo scopo di concentrarsi sul raggiungimento degli obbiettivi ambientali esclusivamente grazie alle “Regional Sea Conventions” e all’attuale legislazione europea.
Valutazione preliminare degli impatti previsti
La Commissione europea ha inoltre previsto alcune valutazioni preliminari degli impatti in caso di una modifica della direttiva, essi vengono suddivisi in: possibili impatti economici, sociali, ambientali, diritti fondamentali e amministrativi.
Per quanto concerne la valutazione a livello economico, la Commissione sottolinea come un migliore allineamento della legislazione europea e lo sviluppo di obbiettivi condivisi in tale ambito potrebbero ridurre l'incertezza per i settori marittimi come la pesca, l'energia e i trasporti, sui limiti ambientali entro i quali dovrebbero operare. La gestione dello spazio marittimo potrebbe, inoltre, trarre vantaggio dall’implementazione più armonizzata della strategia sugli ecosistemi nelle acque dell'UE. In tale ambito, lo sviluppo di nuovi sistemi tecnologici per l’osservazione e la comunicazione, potrebbero creare diverse opportunità anche per le piccole e medie imprese che operano in tale settore.
Una migliorata cooperazione internazionale per l’attuazione delle strategie marine, potrebbe permettere agli Stati membri di concentrare le risorse sulle questioni prioritarie. In tal modo le autorità nazionali e subnazionali, così come i paesi non UE che circondano le quattro regioni marine europee, possono beneficiare di sistemi di pianificazione e gestione ottimizzati.
Infine, un possibile miglioramento dello stato ambientale e della qualità dell’acqua sarebbe in grado di rafforzare tutti i servizi ecosistemici, favorendo al contempo attività “sea-based”, come ad esempio una netta riduzione dei rifiuti sulle spiagge, potrebbe incentivare le attività turistiche o la pesca.
Svariati anche i vantaggi possibili sotto il punto di vista dell’impatto sociale. Difatti, una modernizzazione e digitalizzazione dei sistemi di monitoraggio e reporting potrebbe generare nuove opportunità lavorative in aree come lo sviluppo tecnologico, l'innovazione e la ricerca. Inoltre, il conseguente miglioramento dello stato ambientale e della qualità dell’acqua, incrementerebbe il benessere delle comunità locali, incentivando la salute fisica e mentale delle persone, oltre a prevenire possibili epidemie, attenuare gli effetti sociali negativi del cambiamento climatico ed evitare disastri naturali. Senza tenere conto che la conservazione e il risanamento degli ambienti costieri e marini possono contribuire alla preservazione del patrimonio culturale dell'UE.
Mentre, dal punto di vista prettamente ambientale, la Commissione UE dichiara che la possibilità di attuare questo tipo di iniziativa, incentrata sul miglioramento e la modifica della direttiva MSFD, potrebbe assicurare un uso più efficiente e sostenibile delle risorse, tanto quelle rinnovabili, quanto quelle non rinnovabili. Al contempo, una migliore coordinazione degli sforzi tra tutti gli Stati membri, in parallelo a misure più efficienti ed efficaci, sarebbero in grado di ridurre in modo misurabile le pressioni e gli impatti sull’ambiente marino.
Come già accennato in precedenza, gli obbietti principali si concentrano su una maggiore protezione della biodiversità marina e della salute umana, sviluppando svariate iniziative che toccano tanto le fioriture di alghe nocive, quanto la presenza di contaminanti nei frutti di mare. Tale traguardo può essere raggiunto attraverso una maggiore protezione ambientale, in concomitanza con una più efficace prevenzione dell’inquinamento marino.
Una sostanziale modifica della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino permetterebbe, inoltre, lo sviluppo di una maggiore consapevolezza e comprensione per quanto riguarda il tema della protezione della biodiversità e degli impatti sugli ecosistemi marini da parte delle attività umane, permettendo, al contempo, una revisione più efficiente e mirata di tali misure e risposte, ampliando progetti di ripristino della biodiversità.
Secondo il testo redatto dalla Commissione, il miglioramento della MSFD contribuirà a una protezione più efficace dell'ambiente marino, che ha un impatto positivo diretto sull’esecuzione del diritto alla protezione dell'ambiente, sancito dall'articolo 37 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE. Inoltre, garantire un elevato livello di protezione e miglioramento della qualità dell'ambiente è anche uno degli obiettivi del trattato sull'Unione europea. Tenendo conto che la “salvaguardia di un ambiente marino sano contribuirà al diritto delle generazioni future di continuare a beneficiare del mare sia socialmente che economicamente”.
In ultimo, sotto il quadro amministrativo, l’esecutivo europeo dichiara che il possibile rafforzamento della direttiva MSFD potrebbe contribuire all’implementazione di strategie comuni tra gli Stati membri, come ad esempio programmi di monitoraggio, per un migliore coordinamento regionale, oltre ad istituire un quadro normativo più chiaro.
Fonte: Commissione europea, eprcomunicazione
Allegati:
Commissione europea: valutazione d'impatto revisione direttiva MSFD