La transizione verso un'economia climaticamente neutra e circolare costituisce uno dei principali obiettivi strategici dell'UE. Il 12 dicembre 2019 il Consiglio europeo ha approvato il traguardo di un'Unione a impatto climatico zero entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Anche se la lotta ai cambiamenti climatici e il degrado ambientale apporterà vantaggi a tutti nel lungo termine, creando nel medio termine sia opportunità che sfide, il punto di partenza della transizione non è lo stesso per tutte le regioni e tutti gli Stati membri, né essi dispongono di identiche capacità di reazione. Tale situazione crea non solo il rischio che la transizione dell'Unione avvenga a velocità diverse, per quanto riguarda l'azione per il clima, ma potrebbe anche aggravare le disparità tra le regioni, a scapito degli obiettivi di coesione sociale, economica e territoriale.
Il Fondo per una transizione giusta (JFT) è il primo pilastro del meccanismo per una transizione giusta, strumento fondamentale per sostenere regioni, industrie e lavoratori che dovranno affrontare le enormi sfide collegate all'attuazione del Green Deal europeo. Il 9 dicembre 2020 i legislatori hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul Fondo.
Lo scorso martedì gli eurodeputati hanno adottato in via definitiva, con 615 voti favorevoli, 35 contrari e 46 astensioni, il Fondo di transizione giusta da 17,5 miliardi di euro che aiuterà i paesi dell'UE ad affrontare l'impatto sociale ed economico della transizione verso la neutralità del clima. Il Fondo si concentrerà sulle regioni meno sviluppate, i territori ultraperiferici e le isole. L'impegno alla neutralità climatica entro il 2050 sarà una condizione per il sostegno finanziario, mentre gli investimenti legati all'incenerimento dei rifiuti e ai combustibili fossili saranno esclusi dalle sovvenzioni.
Il pacchetto, comprende 7,5 miliardi di euro dal quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e 10 miliardi supplementari dallo strumento europeo per la ripresa. Per essere ammissibili, i progetti devono concentrarsi su diversificazione economica, riconversione o creazione di posti di lavoro, oppure contribuire alla transizione verso un'economia europea sostenibile, circolare e climaticamente neutra.
In tale contesto, il Fondo intende contribuire all'integrazione nelle politiche dell'azione per il clima, della sostenibilità ambientale e al raggiungimento di un obiettivo complessivo del 30% della spesa del bilancio dell'Unione a sostegno degli obiettivi climatici, oltre all'ambizione di destinare il 7,5% della spesa annuale nell'ambito del quadro finanziario pluriennale agli obiettivi di biodiversità nel 2024, mentre il 10% della spesa annuale verrà allocata per il 2026 e il 2027, tenendo conto delle sovrapposizioni esistenti tra obiettivi in materia di clima e biodiversità. Alle risorse della dotazione specifica del JTF si aggiungono agli investimenti necessari per conseguire l'obiettivo generale di destinare il 30 % della spesa di bilancio dell'Unione a favore di obiettivi per il clima.
Al fine di garantire l'uso efficace delle sue risorse, l'accesso al JTF sarà limitato al 50% della dotazione nazionale per gli Stati membri che non si sono ancora impegnati a conseguire l'obiettivo, in linea con l'accordo di Parigi, di conseguire la neutralità climatica dell'Unione entro il 2050, mentre l'altro 50% verrà reso disponibile per la programmazione una volta accettato tale impegno. Con lo scopo di assicurare equità e parità di trattamento per tutti i Paesi dell’Unione Europea, qualora uno Stato membro non si sia impegnato nel raggiungere il traguardo della neutralità climatica entro il 2050, entro il 31 dicembre di ogni anno a partire dal 2022, l'impegno di bilancio per l'anno precedente verrà integralmente disimpegnato l'anno successivo.
Il JTF finanzierà l'assistenza nella ricerca di lavoro, le opportunità di riqualificazione e miglioramento delle competenze, ma anche l'inclusione attiva dei lavoratori e delle persone in cerca di occupazione durante la transizione dell'economia europea verso la neutralità climatica. Difatti, al fine di proteggere i cittadini più vulnerabili dagli effetti della transizione climatica, il JTF dovrebbe prevedere la riqualificazione e la riconversione delle competenze professionali, compresa la formazione dei lavoratori interessati, indipendentemente dal fatto che abbiano ancora un lavoro o l'abbiano perso a causa della transizione. Il JTF dovrebbe, inoltre, mirare ad aiutarli ad adattarsi alle nuove opportunità occupazionali, oltre a fornire, a chi cerca un'occupazione, una qualsiasi forma adeguata di sostegno, comprese assistenza nella ricerca di lavoro e possibilità di inclusione attiva nel mercato di quest’ultimo.
Al fine di potenziare la diversificazione economica dei territori colpiti dalla transizione, il JTF sosterrà: microimprese, incubatori di imprese, università e istituti di ricerca pubblici, investimenti nelle nuove tecnologie energetiche, efficienza energetica e mobilità locale sostenibile. L'elenco degli investimenti dovrebbe comprendere i soggetti che sostengono le economie locali, stimolando il loro potenziale endogeno di crescita conformemente alle rispettive strategie di specializzazione intelligente, incluso il turismo sostenibile. Gli investimenti devono essere sostenibili a lungo termine, tenendo presente tutti gli obiettivi del Green Deal europeo. Inoltre, saranno dedicati dei fondi anche per gli impianti industriali esistenti, compresi quelli interessati dal sistema di scambio di quote di emissioni dell'Unione europea, i quali saranno ammessi se contribuiranno alla transizione verso un'economia climaticamente neutra e si manterranno significativamente al di sotto dei pertinenti parametri di riferimento stabiliti per l'assegnazione gratuita di quote dalla direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio.
I progetti finanziati contribuiranno alla transizione verso un'economia sostenibile, climaticamente neutra e circolare, anche mediante misure volte ad aumentare l’efficienza delle risorse. Inoltre, come precedentemente affermato, L'incenerimento dei rifiuti non dovrebbe ricevere sostegno dato che tale attività rientra nella parte inferiore della gerarchia dei rifiuti nell'economia circolare.
Nei loro piani nazionali per una transizione giusta, i Paesi dell’Unione europea dovranno identificare i territori maggiormente colpiti dalla transizione energetica e concentrare in quelle zone le risorse del Fondo. Inoltre, su iniziativa del Parlamento, sarà introdotto un meccanismo di ricompensa ecologica, se il bilancio del Fondo sarà aumentato in seguito alla revisione di medio termine, dopo il 31 dicembre 2024. Queste risorse supplementari verranno distribuite tra gli Stati membri e i paesi che riusciranno a ridurre le emissioni industriali di gas a effetto serra, i quali riceveranno maggiori finanziamenti.
Figura 1
Figura 2
Le conclusioni del Consiglio europeo di luglio propongono uno stanziamento per il JTF di 7,5 miliardi di euro nell'ambito del bilancio centrale dell'UE (quadro finanziario pluriennale, o "MFF"), integrato da 10 miliardi di euro dal nuovo fondo di ripresa (Next Generation EU, o "NGEU").
La mappa a Figura 1 mostra lo stanziamento totale di bilancio del JTF per ogni Stato membro diviso per il suo numero di abitanti. Mentre, i grafici a barre di Figura 2 descrivono lo stanziamento di bilancio per Stato membro secondo le cifre del Consiglio europeo, sulla base della stessa chiave di distribuzione usata nella proposta della Commissione.
Come si evince dal grafico, redatto dallo European Parliamentary Research Service (EPRS), all’Italia spetterebbero 936 milioni totali, dei quali 401 derivanti dal quadro finanziario pluriennale e 535 milioni dal nuovo fondo di ripresa Next Generation EU.
Prossime tappe
Dopo che il Consiglio avrà formalmente adottato l'accordo, il regolamento entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE.
Il documento integrale della Risoluzione del Fondo per una transizione giusta (JTF) è disponibile su richiesta dell’utente all’indirizzo e-mail: publicaffairs@eprcomunicazione.it
Fonte: Parlamento europeo, eprcomunicazione