L'obiettivo del Next generation EU è attenuare l'impatto economico e sociale della pandemia di coronavirus e rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e di quella digitale.
Oltre il 50% dell'importo sosterrà la modernizzazione, tramite:
Il pacchetto finanzierà anche:
L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). L’importo totale destinato alla ripresa della nostra economia è di 209 miliardi di euro.
Dopo la caduta del governo Conte, il PNRR, approvato il 12 gennaio 2021, è stato rivisto e rimodulato dal nuovo governo. È stata confermata l’organizzazione in sei “missioni” così, com’era già previsto dalla precedente versione del Pnrr: Digitalizzazione, Rivoluzione verde, Infrastrutture per la mobilità sostenibile, Istruzione e ricerca, Inclusione e coesione e Salute. Rimangono i tre assi trasversali che il Pnrr che dovrebbero attraversare tutte le missioni: Disuguaglianze di genere, Inclusione giovanile e Divari territoriale.
Nelle pagine seguenti verranno analizzate le differenze tra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo Draghi e di quello conto; per ottenere dei dati omogenei sono stati presi in considerazione i fondi derivanti dal Next Generation EU (cioè i fondi RRF e REACT-EU).
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza del Conte bis prevedeva 223,9 miliardi di euro, di cui quasi 197 miliardi dal Recovery and resilience facility, 13 dal React-Ue (un altro dei programmi europei in risposta agli effetti della pandemia sui territori) e 14 miliardi in più richiesti dall’Italia. Mentre quello del governo Draghi 221,50 Mld€, dei €191,5 Mld dal RRF e €13 Mld dal React-EU.
Nella seguente analisi è stata analizzata la differenza di gestione dei fondi del Next Generation EU.
Le principali differenze tra i due governi riguardano le prime tre missioni:
I fondi in percentuale, destinati alle varie missioni, cambiano come segue:
Questa missione ha lo scopo di sostenere la transizione digitale del Paese, nella modernizzazione della pubblica amministrazione, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo.
Attraverso i seguenti obiettivi:
Investe inoltre sul rilancio di due settori che caratterizzano l’Italia: il turismo e la cultura.
Questa missione è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia per rendere il sistema sostenibile e garantire la sua competitività. Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti; programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili; investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni per l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato; e iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, per salvaguardare e promuovere la biodiversità del territorio, e per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche.
*La cella è colorata di verde perché è maggiore il finanziamento nel Pnrr del governo Draghi.
Per quanto riguarda la componente M2 C1 - in linea con la strategia “Dal produttore al consumatore” - la componente si prefigge l’obiettivo di una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, rafforzando le infrastrutture logistiche del settore, riducendo le emissioni di gas serra e sostenendo la diffusione dell'agricoltura di precisione e l’ammodernamento dei macchinari. Si vogliono quindi sfruttare tutte le nuove opportunità che la transizione porta con sé in uno dei settori di eccellenza dell’economia italiana.
Il piano logistico consentirà di migliorare la sostenibilità tramite:
1) riduzione dell’'impatto ambientale del sistema dei trasporti nel settore agroalimentare, intervenendo sul traffico delle zone più congestionate;
2) miglioramento della capacità di stoccaggio delle materie prime, al fine di preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive;
3) potenziamento della capacità di esportazione delle PMI agroalimentare italiane;
4) miglioramento dell'accessibilità ai villaggi merci e ai servizi hub, e della capacità logistica dei mercati all'ingrosso;
5) digitalizzazione della logistica;
6) garanzia di tracciabilità dei prodotti;
7) riduzione degli sprechi alimentari.
Nel nuovo Piano ricopre un ruolo fondamentale la transizione energetica e la mobilità sostenibile. L'obiettivo di questa componente è di contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici di decarbonizzazione attraverso cinque linee di riforme e investimenti, concentrate nei primi tre settori.
La prima linea di investimento ha come obiettivo l’incremento della quota di energie rinnovabili. L’attuale target italiano per il 2030 è pari al 30 per cento dei consumi finali, rispetto al 20 per cento stimato preliminarmente per il 2020. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia può fare leva sull’abbondanza di risorsa rinnovabile a disposizione e su tecnologie prevalentemente mature, e nell’ambito degli interventi di questa Componente del PNRR:
In questo contesto lo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, è strategico per il potenziamento di un’economia circolare basata sul riutilizzo ed è un elemento rilevante per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione europei. Se veicolato nella rete gas, il biometano può contribuire al raggiungimento dei target al 2030 con un risparmio complessivo di gas a effetto serra rispetto al ciclo vita del metano fossile tra l'80 e l'85 per cento.
La linea di investimento si pone l’obiettivo di:
1) riconvertire e migliorare l’efficienza degli impianti biogas agricoli esistenti verso la produzione totale o parziale di biometano da utilizzare sia nel settore del riscaldamento e raffrescamento industriale e residenziale sia nei settori terziario e dei trasporti;
2) supportare la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano (attraverso un contributo del 40 per cento dell’investimento), sempre con le stesse destinazioni;
3) promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas (siti di lavorazione minima del suolo, sistemi innovativi a basse emissioni per la distribuzione del digestato) per ridurre l'uso di fertilizzanti sintetici e aumentare l'approvvigionamento di materia organica nei suoli, e creare poli consortili per il trattamento centralizzato di digestati ed effluenti con produzione di fertilizzanti di origine organica;
4) promuovere la sostituzione di veicoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con veicoli alimentati a metano/biometano;
5) migliorare l’efficienza in termini di utilizzo di calore e riduzione delle emissioni di impianti agricoli di piccola scala esistenti per i quali non è possibile accedere alle misure di riconversione.
Attraverso questo intervento sarà possibile incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi.
Nell’ambito del mix tecnologico che dovrà garantire il conseguimento degli obiettivi ambientali del prossimo decennio nel settore del riscaldamento e raffrescamento, il teleriscaldamento gioca un ruolo fondamentale per le sue capacità di integrare l’efficienza con l’uso delle fonti rinnovabili, nonché la delocalizzazione e la riduzione delle emissioni inquinanti.
Al fine di sfruttare questo potenziale, le risorse del PNRR saranno impiegate per finanziare progetti relativi alla costruzione di nuove reti o all’estensione di reti di teleriscaldamento esistenti, in termini di clienti riforniti, ivi compresi gli impianti per la loro alimentazione. A tal riguardo è data priorità allo sviluppo del teleriscaldamento efficiente, ovvero quello basato sulla distribuzione di calore generato da fonti rinnovabili, da calore di scarto o cogenerato in impianti ad alto rendimento.
Il target che si pone la misura di investimento è relativo allo sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente e alla costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW, ipotizzando che il 65 per cento delle risorse sia allocato per le reti (costo 1,3 mln a km) e il 35 per cento circa a sia dedicato allo sviluppo di nuovi impianti (costo 0,65 mln a MW).
Questa missione consentirà di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno, di potenziare i servizi di trasporto merci secondo una logica intermodale in relazione al sistema degli aeroporti, di promuovere l’ottimizzazione e la digitalizzazione del traffico aereo e di garantire l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale (PNL) per la rete dei porti.
Fonte: PNRR, eprcomunicazione